
Ho da poco compiuto mezzo secolo.
Pare che la cosa non sia sanabile.
A questo traguardo ho da tempo collegato il progetto di una decrescita (?) e una revisione del mio modo di intendere la poesia fin qui.
Ecco dunque che giunge il tempo di mettere in pratica.
1. Salvo forse quanto scritto entro gennaio 2020, che come tale ricade nel “vecchio regime”, non pubblicherò più libri cartacei di poesie.
Le terrò private, stile Paterson, o le pubblicherò digital-only (eBook).
A volte le ospiterò, singolarmente o a gruppi, qui sopra o altrove, su carta o in rete
(vedi anche il punto d., più sotto).
2. Non accetterò più collaborazioni che siano contemporaneamente volontarie (leggi: gratuite) e non occasionali (vedi ancora il citato punto d.) su carta o su internet.
3. Infine, cesserò ogni attività di presentatore o relatore, insomma di conferenziere, continuando a seguirvi però tra gli spettatori, dentro il cd. pubblico della poesia.
1+2+3. In generale, cercherò di ostacolare al massimo la percezione “paraletteraria” di me come lavoratore gratuito, fonte di pubblicità/engagement a costo zero (le recensioni), o ancora di soggetto pagatore qualificato. Niente altro che un consumatore incentivato da una labile patente di appartenenza alla società letteraria: ecco come mi sento al mezzo secolo. Il risveglio dalle illusioni…

Per “smontare” questa percezione (magari in certi casi erronea, ma prevalente), l’unica è aggredire i dioscuri della continuità della prestazione insieme alla sua gratuità (o addirittura onerosità a mio carico, si pensi alle edizioni con contributo).
Fanno eccezione alle tre regolette di cui sopra, quindi, e verranno tendenzialmente accolte:
a. proposte professionali (leggi: retribuite);
b. edizioni prestigiose e virtuose (leggi: non a pagamento) del mio lavoro;
infine le proposte di alcune forme scritte di collaborazione gratuita occasionale:
c. prefazioni e postfazioni librarie, cure editoriali etc.;
d. poesie, recensioni, interventi occasonali su riviste e siti privati.
e. La richiesta di pareri e consigli su testi inediti sarà sempre benvenuta e onorata.
Resta tutta l’antipatia di dovere mettere ciò per iscritto, con data certa, per via del dissing diffuso. E dell’ubiquo sfavore per i poeti-non-più-giovani (nel mio caso mai-giovani, visto che la mia prima raccolta è uscita a 37 primavere). Anche se è innegabile che alla base della mia decisione stiano, in parte, l’invecchiamento e la progressiva perdita di ispirazione.
Resta, infine, la problematica di affermare questi princìpi mantenendo un minimo di relazioni amichevoli. Confido nella vostra comprensione e collaborazione.
(ultimo aggiornamento: 3 novembre 2021)