Cinquantaseicozze/XLIII


XLIII.

Non si ha nessun problema nell’uccidere un uomo
quando il coltello è il lento diniego della sua dignità,
quando il cappio è l’irrisione della forza lavoro,
è la macchinazione in gocce contro i suoi progetti,
è la cimosa ufficiale contro il pensiero obliquo.

Leggo la grande poetessa che vive a Berlino,
la immagino alzarsi e fare lentamente colazione,
avere silenzio e tempo gravido di lucciole sillabiche.
Quanto a me, quand’anche mi trovassero col cuore del mondo
pulsante in pugno, grondante sangue sulla penna, mi manderebbero
via perché qualcuno deve rifarmi la stanza o gli serve il computer
per scrivere un preventivo alla salumeria Porco d’oro.

 

[Cinquantaseicozze – raccolta inedita a puntate]
[opera protetta da plagio mediante marcatura temporale legale – redistribuibile con Licenza CC]

Cozza prec. | Inizio | Cozza succ. (dal 30/9/13 h. 9:00)

Un commento

  1. Il tuo disincanto è il nostro caro Roberto . E ce lo dici con quella pulizia formale che ti fa onore .
    Comunque ripeto : “Resistere resistere resistere” ( Saverio Borrelli ) , e darsi da fare con quello che sappiamo scrivere .Sempre .
    leopoldo –

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